La foresta della Forcella di Campello, snodo di vari sentieri
Un inizio maggio meteorologicamente accidentato ha determinato un cambiamento last minute dei programmi dell’Alpinismo Giovanile del CAI Latina: così gli accompagnatori hanno optato per la Sella di Campello, boscosa e riparata dal vento, invece che per Monte Obachelle come da progetto iniziale, più esposto ai capricci del tempo.
Era da tempo che desideravo esplorare un luogo della nostra amata catena montuosa di cui in molti mi avevano parlato: il sito dell’incidente dell’F 104 su Costa Viola. Avevo visto alcune foto e ci ero andato molto vicino, anche senza saperlo.
Alla fine, viste le previsioni meteo, abbiamo organizzato un piccolo gruppo di due famiglie, con relativi bambini in un gradevole sabato autunnale: date le caratteristiche del cammino, e considerata comunque la sua bellezza e le piccole, grandi meraviglie da ammirare, ero fiducioso che l’escursione potesse rappresentare una piccola, interessante escursione sul versante itrano di Monte Viola. E così è stato!
Gianola sta là, vicino casa: un posto bellissimo ma, proprio perché vicino casa, a volte tendi a non dargli l’importanza che merita: “tanto poi ci andiamo, ci torniamo, sta là.”
La vetta del Revole con gli Appennini innevati sullo sfondo
Divertente e spettacolare, l’escursione lungo la cresta di Monte Revole è un trionfo di rocce e di fiori, con la vista libera di spaziare dal mare alla piana di Campello, a quella di Polleca e fino a Montecassino e all’Appennino. Erano vari anni che non percorrevo questo sentiero, e ho trovato molto piacevole avanzare tra mille pietre, riscoprire le varie forme che il carsismo ha regalato alle rocce e ammirare le delicate, bellissime orchidee che tra quelle pietre sono eroicamente spuntate.
Tramonto sul Redentore. E anche… neve sul Redentore. Questo monte inconfondibile anche dalla distanza, e il cui profilo io ammiro ogni giorno da casa mia, mi ricorda un po’ il rock progressivo degli Anni Settanta: inizi ad ascoltare un pezzo… che si trasforma gradualmente, e che poi cambia all’improvviso, ti culla e ti sferza allo stesso tempo. Mutamento nei tempi, negli strumenti, nelle tonalità.
Che c’entra?, vi starete chiedendo… Beh, il Redentore in fin dei conti è sempre lo stesso; anzi, se vogliamo dirla tutta, potrebbe essere anche considerato uno dei percorsi meno insoliti e più abituali degli Aurunci. Ma è proprio qui la sua particolarità: ogni volta, identico, cambia e regala nuove emozioni, nuove sensazioni, nuovi panorami e profili.