Quando si va in giro con i bambini è spesso opportuno abbinare all’escursione che si è programmata anche altre attività, così da rendere la giornata varia e quanto più possibile adatta anche ai loro gusti, ben trasformandola in una “gita fuori porta”; sicuramente originale ed insolita, ma capace di suscitare l’interesse e il divertimento sia dei più grandi che dei più piccoli, così da farne un’esperienza da ricordare per tutti.
Un percorso escursionistico nella campagna minturnese può sembrare qualcosa di bizzarro o di utopistico; la bellezza di alcune zone collinari, invece, ci dice esattamente il contrario: come questo percorso che va dai Reali, nell’entroterra di Minturno, alla pianura retrostante i paesini di Tufo e Pulcherini, ricco di piccole meraviglie, di ruscelli, vecchi casolari rurali, prati, radure e boschi. Una piccola vallata che sembra essere stata solo sfiorata dall’aggressione di cui le zone più urbanizzate circostanti sono state fatte oggetto nel corso degli anni.
Questo percorso inizia dalla località detta “I Reali”, alle spalle di Minturno, e scende per la campagna fino ad arrivare a “via Bracchi”. Se si vuole evitare la parte in salita (al ritorno), si può effettuare il percorso all’inverso. In totale si tratta di 5,4 km circa, che si percorrono in poco più di due ore, due ore e mezza (valori andata e ritorno). Il dislivello è di approssimativamente 100 m, concentrati tutti nel tratto iniziale. Non vi sono difficoltà particolari, tranne il fondo molto accidentato di alcuni tratti di sterrata, e la possibilità di trovare molto fango dopo le piogge. Quest’ultimo aspetto rende comunque il percorso divertente e più vario, con la presenza di molta acqua. E’ naturalmente consigliabile, in tal caso, andare ben equipaggiati e indossare un paio di ghette per evitare umide sorprese.
Sono un sostenitore dell’utilizzo dello zaino porta bimbo nelle attività di escursionismo. Questo principalmente per due motivi: permette ai genitori di continuare a praticare un’attività importantissima per il proprio benessere psico-fisico, evitando di “appendere gli scarponi al chiodo” dopo la nascita del piccolo; permette contestualmente al bambino di cominciare a stare a contatto con la natura, cosa pure fondamentale per la sua crescita e il suo sviluppo, in una situazione di sicurezza.
Ovvio che l’utilizzo dello zaino non permette comunque di andare su tutti i sentieri, per ovvie ragioni: il peso è considerevole e non si può pretendere di compiere dislivelli al di là delle proprie capacità e del proprio addestramento fisico; si devono evitare i percorsi più pericolosi, come quelli esposti, in cui sarebbe più facile perdere l’equilibrio con conseguenze pericolosissime per entrambi; se si programma un’escursione di una certa lunghezza è doveroso verificare l’esistenza di punti di ristoro lungo il percorso, per dosare le proprie forze e permettere al piccolo di riposarsi.
Caratteristiche – La Cascata di Conca della Campania è un gioiello che, come spesso accade in Italia, è sconosciuto al circuito turistico e semisconosciuto a quello escursionistico. Situata sul versante nord-orientale del Parco Regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano, rappresenta una delle moltissime sorprese custodite da quest’area protetta, interamente in provincia di Caserta. La sua scarsa popolarità non rende giustizia alla spettacolarità del sito, appena al di fuori dell’abitato di Conca della Campania, piccolo paese sul versante nord del vecchio vulcano spento.
Si giunge alla Cascata con una breve escursione, che parte dall’abitato e scende giù nel vallone del Rivo Conca.
Caratteristiche: Si tratta di un percorso ad anello molto spettacolare, con vedute mozzafiato ed estrema variabilità di scenari,
Veduta sul Redentore dalla mulattiera verso il Sant’Angelo
dal bosco alla pietraia e al paesaggio di tipo carsico. Benché si tratti di un’escursione che si snoda sulle tre vette più elevate degli Aurunci (Monte Sant’Angelo: 1404 m; Monte Campetelle: 1494 m; Monte Petrella: 1533 m), non presenta difficoltà particolari, anche perché la possibilità di giungere in auto quasi alla sorgente di Canale (a quota 1250 m circa) consente di contenere il dislivello complessivo in poco più di 300 metri. E’ necessario prestare attenzione ad alcuni passaggi più sassosi, soprattutto sul crinale del Campetelle. L’itinerario, per essere percorso interamente, richiede tra le 3 ore e mezzo e le 4 ore.