Sono tornato al Vallone Lacerno per la terza volta. La prima eravamo in due; la seconda in tre; la terza in quattro, sempre insieme al gruppo. Ricordavo che era un luogo emozionante, quasi uscito da un libro fantasy; tuttavia, non ricordavo quanto sia bello, quanto sia prepotente nella sua bellezza, quanto possa essere selvaggio per la vista e per i sensi.
Alva Glen ha rappresentato per noi una gradita variazione sul tema di una vacanza non escursionistica in terra straniera: non siamo andati ad esplorare uno dei più altisonanti “glen” delle Highlands, ma senz’altro questa gola che si incunea profonda ai fianchi delle Ochils Hills è stata una gradita scoperta e una piacevole escursione tra il fresco di una foresta e di un canyon scozzese.
Capo Fiume è stato un gradito ritorno, nonostante il caldo torrido e la scarsità di acqua. In effetti, proprio la persistenza di temperature bollenti ha suggerito all’Associazione Atargatis di optare per un percorso in gran parte all’ombra e lungo un fresco corso d’acqua, che si sviluppa a partire dalla Valle dei Santi e che, dopo il curvone in corrispondenza del ristorante omonimo, diviene l’orrido di Capo Fiume.
Il caldo e la siccità hanno colpito anche quest’ombroso anfratto degli Ernici, rendendo grato il bosco agli escursionisti, ma anche superfluo l’utilizzo di calzature “anfibie”, dato il basso livello di acqua. Quest’ultima era anzi completamente assente a monte dell’ultima sorgente. Un’ulteriore testimonianza di un cambiamento climatico che si fa sentire anche nella vita degli escursionisti e che, in questo caso, ci ha consentito di raggiungere la parte più alta del canyon, altrimenti normalmente inaccessibile a causa del livello dell’acqua.
Caratteristiche: l’escursione è molto bella, in un ambiente insolito come può essere quello di un canyon, con pareti altissime che giungono a una distanza davvero di pochi metri l’una dall’altra nella sua parte più caratteristica (quasi 200 m di altezza e soli 3 m di larghezza!). Non vi sono grandi difficoltà: la presenza di grandi massi rende comunque impegnativo un tratto significativo del cammino. Si consiglia di evitare il percorso se si utilizza ancora lo zaino baby-carrier, o se il bambino è ancora piccolo, soprattutto se non ancora ben coordinato nel camminare. Per ragazzi più grandicelli l’escursione può essere invece una spettacolare avventura, alla scoperta di uno scenario eccezionale. Da fare con poca acqua o in sua completa assenza: assolutamente da evitare durante stagioni piovose o durante la primavera quando il disgelo è ancora in corso. Il dislivello dalla partenza alla Fonte degli Innamorati è di circa 300 metri, per un tempo necessario di circa 2 ore per percorrerlo più le pause.