
La nostra ultima escursione in terra lombarda è stata al Tempietto di San Fedelino; un luogo fantastico, su una piccola lingua pianeggiante sulle rive del fiume Mera, laddove questo si getta nel Lago di Novate. Situato ai piedi di una grande rupe rocciosa, è un angolo di tranquillità, nonostante si trovi a poca distanza da grandi vie di comunicazione e dallo stesso Lago di Como. Per raggiungere la chiesetta si percorre un itinerario di circa 4 km attraverso una fitta vegetazione, per lo più su fondo pianeggiante, ma talvolta reso più impervio da saliscendi rocciosi che rendono l’escursione più impegnativa per i bambini più piccoli o se si procede con lo zaino porta-bimbo. L’escursione si sviluppa per circa 4 km, con due ore di cammino.
Abbiamo lasciato l’auto in località Casenda, comune di Samolaco, per seguire le indicazioni per San Fedelino; la prima parte del cammino è una bella passeggiata attraverso fitto bosco di latifoglie e altrettanto fitto sottobosco (ricco pure di ortiche ai margini del sentiero). Si varcano un ponticello che passa sul Torrente Val Casenda, per poi raggiungere dopo poco la graziosa chiesetta di San Giovanni. Si tratta in realtà di rovine, ma ben conservate, con staccionata e piccolo giardino intorno, e un bell’affresco sulla facciata esterna.

Di fronte alla chiesetta inizia il sentiero vero e proprio, che raggiunge immediatamente i resti di alcune fornaci dove veniva prodotta la calce. Si prosegue, parallelamente ad un altro piccolo torrente, si varca un ponticello di legno e dopo non molto si procede lungo il Mera. Alcuni tratti del sentiero iniziano ad essere rocciosi, con ciottoli di pietra scura disposti a mo’ di scalini.

Il fiume, visto in altri giorni in veste “dimessa”, ridotto a poco più di una fiumara, era invece molto minaccioso, rigonfiato dalle abbondantissime piogge del giorno precedente. In alcuni frangenti il sentiero si discostava dal Mera, passando attraverso vegetazione sempre fitta e ombrosa; in altri tratti invece, vi si riavvicinava, anche su fondo pietroso, dove era necessario superare alcune roccette.

In effetti, prima della chiesetta, il sentiero si dipana ai piedi di una rupe rocciosa; talvolta è necessario salire e scendere da scale di ferro apposte per rendere possibile la prosecuzione del cammino, altrimenti interrotto da frane. Con un minimo di attenzione, si procede e si giunge al Tempietto: pace, suoni del silenzio della natura, uccelli, riposo al sole del praticello. In corrispondenza della chiesa vi sono infatti anche delle panchine dei tavoli da pic-nic.
Da qui si può rientrare per lo stesso tragitto, oppure contattare i trasportatori che in barca giungono ad orari stabiliti e che possono trasbordarvi a Novate o a Dascio: vi è un cartello con i contatti telefonici.
Un’escursione insolita, in ambiente fluviale e boscoso: San Fedelino.