Al Rifugio Tartaglione Crispo

Da Pian del Lupo verso il Rifugio - Foto di Maria Teresa Volpi
Da Pian del Lupo verso il Rifugio – Foto di Maria Teresa Volpi

L’escursione al Rifugio Tartaglione Crispo è un po’ un’introduzione al fascino selvaggio ed esuberante della Valmalenco: siamo nell’angolo più nord-occidentale della Valle, proprio al cospetto del Ghiacciaio del Disgrazia e delle impressionanti cime che gli fanno da contorno.

L’escursione, se si eccettuano le ultime poche centinaia di metri (alquanto ripide), è facile e accessibile a tutti, e passa attraverso vari ambienti nonostante il suo non eccessivo sviluppo in lunghezza: c’è il paesaggio del fiume alpino; la foresta di abeti; il territorio coltivato e antropizzato con le attività degli agricoltori e dei boscaioli; infine, c’è il rifugio nel bosco, circondato da vette superbe.

Già il paese di Chiareggio è un piccolo incanto incastonato tra montagne poderose e adagiato su prati verdissimi. Se si è fortunati, tra i massi ai margini di uno di questi prati, all’ingresso del borgo, si possono osservare le marmotte: sono alquanto confidenti, e prendono il cibo quasi dalle mani dei visitatori. Non sappiamo fin quanto questa cosa sia positiva; quello che sappiamo è che noi, con grande delusione dei più piccoli, le marmotte le abbiamo soltanto sentite, senza vederle, forse perché già sazie o infastidite dall’andirivieni di curiosi.

Forbesina: il villaggio delle favole
Forbesina: il villaggio delle favole

Per iniziare l’escursione si oltrepassa il paese con l’auto, e si staziona quest’ultima ad uno dei parcheggi che si trovano lungo il corso del rombante torrente Mallero. Da qui partono vari percorsi: vi sono vari cartelli che indicano la direzione per i rifugi, tra cui anche il Tartaglione Crispo. La fisionomia del sentiero, se ci si avvicina troppo alla fiumara, è variabile, date le piene di quest’ultima; tuttavia, ci si può addentrare anche all’interno della foresta di conifere che attraversa interamente questa parte di valle, chiamata Pian del Lupo.

ItinerarioDai parcheggi lungo il Mallero, per Pian del Lupo, verso il Rifugio (seguendo i segnali)
Distanza3,2 km
Dislivello180 m
TempiCirca un'ora per arrivare
NoteSentiero molto vario con vedute spettacolari; dislivello quasi interamente concentrati negli ultimi 500 metri
RistoriAl rifugio
Come arrivareDa Chiesa in Valmalenco si giunge a Chiareggio e lo si oltrepassa per parcheggiare lungo il fiume

Sulla parte destra dell’ampio sentiero vi sono inizialmente anche delle baite e dei prati; successivamente, si va all’interno del bosco, e si incontrano anche alcune aree destinate al taglio di alberi e all’estrazione di legna. Giunti ad un ponte di legno su un altro corso d’acqua che discende da destra (il torrente Maller), lo scenario cambia. Proseguendo sempre diritti, e quindi superando gli incroci con altri sentieri, si giunge in breve al piccolo borgo di Forbesina: quasi completamente disabitato, il gruppo di case sembra essersi conservato come in una bolla temporale, avvolto da una stupenda fioritura estiva (era agosto) e da un’atmosfera incantata. Abbiamo fatto qui il nostro spuntino, su tavolo e sedie ricavate direttamente dalla pietra e su cui, ci siamo accorti, chissà quanto tempo prima qualcuno si è divertito con delle incisioni rupestri.

Il ghiacciaio del Disgrazia dall'Alpe Laresin
Il ghiacciaio del Disgrazia dall’Alpe Laresin

Proseguendo, il sentiero serpeggia più ripido verso destra, immergendosi di nuovo nell’abetaia. Si supera la Baita di Laresin, all’imbocco della Val Sissone, dominata dall’impressionante mole del ghiacciaio del Disgrazia che pare reggersi sotto la vetta come per magia: la veduta è mozzafiato! Ma qui, a dire il vero, è mozzafiato anche il dislivello che ci aspetta negli ultimi tre o quattrocento metri: il rifugio è a poca distanza da noi, ma ce lo dobbiamo guadagnare!

Serpeggiando e ansimando, arriviamo: la vista è stupenda, l’aria è frizzante, la voglia di godersi questo luogo è tanta.

Il Rifugio Tartaglione Crispo
Il Rifugio Tartaglione Crispo

Rientrati per la stessa strada, ci siamo fermati a Chiareggio: il paese è veramente grazioso. Custodisce la memoria di un grande alpinista ed eroe italiano: Ettore Castiglioni. Precocissimo e fortissimo scalatore, durante la guerra aderì alle brigate partigiane, riuscendo a far espatriare attraverso la Svizzera numerosi ebrei e perseguitati dal fascismo, tra cui anche Luigi Einaudi. Arrestato una prima volta, sorpreso una seconda nelle sue attività clandestine, tentò il rientro in patria senza attrezzature e senza indumenti adatti, morendo quindi di stento e di freddo sui monti intorno a Chiareggio.

Una bella digressione storica tra queste stupende montagne ricche di una storia che tutti dovremmo conoscere per guardare con occhi diversi tanto al nostro passato quanto al nostro futuro.