
Raggiungere la vetta di Monte Cavallo partendo dal sacrario di Collelungo equivale a compiere una bellissima escursione attraverso una successione di scenari vari e incantevoli: bosco, prateria, cresta, vetta, roccia, prato, con passaggi anche lungo ruscelli e presso sorgenti e pozze d’acqua. Attenzione però: questo percorso si svolge in larga parte su sentiero non segnato, percorrendo anche tratti esposti che richiedono la presenza di accompagnatori esperti e conoscitori del luogo. Nel nostro caso erano infatti presenti gli accompagnatori dell’Alpinismo Giovanile del CAI di Latina e di Alatri, che hanno reso possibile lo snodarsi del cammino in maniera tranquilla e in tutta sicurezza.
L’auto viene lasciata presso il sacrario, dove termina la strada asfaltata e inizia il sentiero: il rottame di un cannone fa da preludio alla visita al memoriale, che commemora l’eccidio di intere famiglie (oltre 40) della zona per mano dell’occupante nazista. Le persone del luogo si erano infatti macchiate, agli occhi dell’invasore, dell’oltraggio di aver dato riparo ad alcuni regolari dello sbandato esercito italiano dopo l’8 settembre mentre tentavano di unirsi agli Alleati. Un monito molto importante anche per i bambini presenti, affinché follie del genere non si ripetano mai più.
Itinerario | Sentiero N4 dal Sacrario di Collelungo; successivamente N2 fino al crinale del Cavallo. Verso la vetta e ritorno fuori sentiero |
Distanza | Circa 9,9 km |
Tempi | Circa 6 ore |
Dislivello | 730 metri; da 1345 metri a 2039 |
Note | Sentiero da svolgere in presenza di accompagnatori qualificati che conoscano la zona |
Ristori | Assenti |
Come arrivare | Dal paese di Vallerotonda si seguono le indicazioni per il Lago di Cardito e il Sacrario di Collelungo |
Dal Sacrario, la salita attraverso il bosco si alterna a tratti di prati e radure. Si segue il Sentiero N4 del Parco (successivamente N2) e si guadagna quota a poco a poco. Si lascia la foresta e si guadagna il vallone tra la vetta del Monte A Mare, a destra, e quella del Cavallo. Lo scenario ha un aspetto vagamente dolomitico come imponenza dei contrafforti e grandiosità del paesaggio. Si procede su terreno assolato e si aumenta sempre più di quota. Giunti allo scavallare dell’N2, più o meno a quota 1850, dove lo sguardo si apre sulla vallata di Fonte Fredda, si abbandona il sentiero segnato e ci si avvia verso sinistra, puntando la vetta. Occorre qui fare molta attenzione, dapprima per la scivolosità del fondo erboso e pendente, successivamente per la sua esposizione; ecco perché è necessario che, per effettuare questa escursione, si sia accompagnati da persone competenti e si abbia un minimo di allenamento. Arrivati sulla spalla a cospetto della vetta, si procede tra le rocce raggiungendo la sommità, a quota 2039.



Lo scenario è superbo, aperto su quattro regioni e su molte catene montuose, dal Tirreno alla Maiella, al Gran Sasso, al Matese: una grandissima emozione, soprattutto per i ragazzi dell’Alpinismo Giovanile presenti, pochi ma validi e fieri di sé.
La discesa è stata effettuata completamente fuori sentiero, passando per il vallone laterale rispetto a quello dell’andata, ammirando anche una gola con una cascata prosciugata. Ai margini del bosco abbiamo ammirato in diretta il parto di un vitellino da parte di una mucca. Successivamente, passando per la Sorgente di Collelungo, abbondante e dall’acqua cristallina, si è giunti su una strada asfaltata che ci ha agevolmente condotti al Sacrario a concludere l’escursione.
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