Gianola dopo il lockdown

Il Golfo dalle Terme di Mamurra

Gianola sta là, vicino casa: un posto bellissimo ma, proprio perché vicino casa, a volte tendi a non dargli l’importanza che merita: “tanto poi ci andiamo, ci torniamo, sta là.”

Già. Sta là. C’era pure durante il lockdown. Ma non potevamo andarci, non potevamo tornarci. Era come se non ci fosse stato, là, per noi.

Quanto ti può mancare una collina sul mare, una concrezione calcarea, frammento di montagna, colma di foreste di sughere, di lecci, di pioppi, di macchia mediterranea? Quanto ti possono mancare le sue rovine bimillenarie, di una dimora per cui il prefetto di Giulio Cesare (mica bau bau micio micio) scelse bene uno scenario del genere, così bello, così perfetto?

Stessa vista da Porto Cofenello
Porto Cofenello
La scogliera nel punto della “roccia che respira”

Ma il momento di tornare di nuovo all’ombra di queste chiome così fitte è finalmente arrivato! E’ arrivato momento di riassaporare l’aprirsi del muro di macchia mentre il sentiero arriva alla Grande Cisterna, al belvedere con il Golfo di fronte, con la sagoma dalla vaga forma di balena di Gaeta, con le isole, con il profumo iodato che ti fa sognare ad occhi aperti!

Dalla Villa di Mamurra ci siamo spinti sul sentiero litoraneo, al Porticciolo Romano e poi, di nuovo abbiamo alternato “terra e mare”, imboccando il sentiero che conduce a Porto Cofeneglio (lo dico alla minturnese!), alla “roccia che respira”, alla vista del promontorio con il mare davanti e i monti dietro.

Già. Sta là. Ma quanto ci era mancato!