Corso ASAG: Secondo incontro a Monte San Biagio

Materiale CAIDopo la prima tappa a Carpineto Romano, il secondo incontro del Corso ASAG si è tenuto a Monte San Biagio nel weekend prima di Natale, in concomitanza con gli esami sostenuti dai nostri predecessori della Prima Sessione nella stupenda località “Massi delle Fate”, una vera e propria palestra di roccia, ideale per chi sta imparando le tecniche delle corde fisse e della corda doppia, e ideale anche per verificare l’apprendimento di tali tecniche.

Per noi, invece, questa volta non erano previste “uscite sul campo”: lezioni frontali, tutto rigorosamente teorico, tutto comunque necessario e propedeutico all’avanzamento nel corso. L’eccezione a questo fine settimana di “full immersion indoor” sono stati i giochi, per la cui pratica e dimostrazione siamo andati all’aperto, anche se non in ambiente montano.

Comunicazione tra adulti; comunicazione con i ragazzi. Argomenti pesanti? Argomenti senz’altro visti da un’ottica diversa, e tutto orientato poi ad apprendere quanto più possibile per la corretta conduzione di un gruppo in situazioni dove è necessario condividere lo stesso obiettivo e gli stessi valori. Se si pensa a questo, allora si capisce anche come una lezione del genere aggiunga valore ad un processo di apprendimento che, se vedrà senz’altro gli aspetti tecnici come preponderanti e centrali, non può certo prescindere da altri aspetti, più propriamente umani e che si riferiscono alla partecipazione ad un percorso comune. E che comunque sono a loro volta intrinsecamente tecnici e centrali.

Il modulo riguardante l’Alpinismo Giovanile e la figura dell’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile ci ha rivelato un altro aspetto della struttura del CAI: quello relativo alla miriade di regolamenti e piani formativi elaborati dalla Commissione Centrale di Alpinismo Giovanile e adottati a livello regionale dalle varie scuole, anche di livello sezionale, con i vari altri regolamenti, di rango inferiore rispetto a quelli centrali.

I moduli sui giochi e quelli sulla comunicazione si sono poi alternati: del resto, anche nel trattare di comunicazione e funzionamento dei gruppi, varie dimostrazioni pratiche hanno per noi avuto un po’ l’effetto di giochi, tali da rendere l’apprendimento più immediato e più piacevole. Tra le altre cose, quale forma migliore e più immediata di comunicazione c’è di quella rappresentata dai giochi? Soprattutto quando si ha a che fare con bambini o ragazzi, spesso ciò che noi chiamiamo “lavoro” o “dovere”, per loro non è altro che un gioco, e se anche noi adulti riscoprissimo la dimensione ludica di quel che facciamo, molte cose ci apparirebbero forse più piacevoli e facili. La centralità del gioco nella costruzione di un gruppo è apparsa evidente anche a noi: le dimostrazioni pratiche ci hanno portati a ridere come veri e propri bambini, armati di un semplice foglio di carta, o giocando con ceppi di legna sparsi per il cortile, o con una corda e un moschettone o, senza nient’altro che la nostra immaginazione. Così, ci siamo trasformati dapprima in un treno in corsa, emettendo suoni che ricordavano l’infanzia, poi in tavolini, poi in ragni ed insetti… e, mentre giocavamo, avvertivamo che tra di noi nasceva davvero il cemento che unisce le persone che stanno formando un gruppo. Provenienti da regioni diverse, dapprima sconosciuti gli uni agli altri, al nostro secondo incontro io sento davvero forte la sensazione che ho sempre avvertito ogni qualvolta la condivisione di finalità e valori mi ha portato a confluire in un gruppo e a contribuire a formarlo insieme ad altre persone, animate come me dal medesimo entusiasmo e dalla medesima fiducia.

Un weekend senz’altro duro, ma che ci ha lasciati sicuramente con una bella sensazione dentro in vista del Natale: gli incontri che verranno saranno, ciascuno in maniera diversa, altrettanto duri, o forse di più; ma credo che questo spirito che si va pian piano formando tra di noi ci permetterà di aiutarci l’uno con l’altro, ci permetterà di raggiungere l’obiettivo e di proseguire il nostro percorso.