Category Archives: Ritorni

Sul Cratere del Vesuvio

La maestosità del Cratere

Tornare sul bordo del Cratere dopo un bel po’ di tempo, con la famiglia al completo, è stata una bella emozione. Da lassù la vista è sempre stupenda: le nuvole, presenti anche stavolta, hanno offerto giochi di luce meravigliosi e scorci sul Golfo di Napoli. Inoltre, l’escursione è resa del tutto singolare dal fatto che si svolge su “due dimensioni”: giunti sulla cresta del Cratere, dopo i tornanti che salgono dal piazzale di Quota Mille e dopo la prima delle “capannucce”, alla propria sinistra c’è l’impressionante voragine del Cratere, mentre a destra si apre proprio il Golfo, con tutto ciò che lo contorna, la Penisola Sorrentina, Capri, Pompei.

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Capo Fiume con l’acqua!

Le cascate verso Capo Fiume

Il ritorno a Capo Fiume è stato piacevole e sorprendente per vari motivi: innanzitutto, vicino al ruscello sembrava fosse azionato un grande condizionatore, tanto era forte l’afa che proveniva “dall’esterno” della gola; inoltre, tornare qui come “aggregati” dell’Alpinismo Giovanile dei Cai di Alatri e Latina ha aggiunto quell’elemento di gioia e novità che solo i giovanissimi escursionisti possono regalare; per di più, ritrovare colmo di acqua il torrente Fiume, che solo due anni prima era desolatamente secco, è stato il sigillo finale, la ciliegina sulla torta di una giornata bellissima.

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25 aprile alla Camosciara

Benvenuti alla Camosciara!

La Camosciara è uno di quei luoghi che mi hanno lasciato a bocca aperta quando ero bambino, e che bramavo di rivisitare quanto più spesso possibile: le cascate, il bosco, il nome che mi faceva sognare di vederli davvero, i camosci, l’atmosfera della gita in famiglia… tutte cose che mi sono rimaste dentro e che ora rivivo nei miei bambini.

Anzi, rispetto ad allora, le cose sono anche migliorate: una volta si poteva giungere al piazzale superiore con l’auto, generando comunque caos e inquinamento fin nel cuore di un’area integrale. Oggi invece, la confusione rimane confinata giù, all’area attrezzata, dove è comunque possibile trovare il proprio posto in tranquillità e passare una giornata all’aperto.

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Ai piedi del Forcellone

Le guglie del Predicopeglia

Ma se ci sei già stato potremmo andare da qualche altra parte!”

No, figurati, mi fa sempre piacere tornare lassù!”

Ma vale la pena?”

Vedrai se ne vale la pena…”

Così si potrebbe riassumere il dialogo che ha fatto da preludio a questa escursione, che ci ha (ri)portati ai piedi del Forcellone, un 2000 dalle fattezze alpine, ma che accoglie al suo cospetto tutti coloro che amino la montagna in tutte le sue sembianze e in tutte le stagioni. E’ invero singolare che, comunque, l’angolo più bello del Parco Nazionale d’Abruzzo (se ci limitiamo alla sua denominazione originaria) si trovi probabilmente su queste balze e su questi meravigliosi altopiani, interamente in territorio laziale: capace di lasciare sempre a bocca aperta e di suscitare quella gioia infantile che si prova nel momento in cui si capisce che si sta vivendo un’avventura e che ciò che ti circonda è di una bellezza difficilmente ripetibile.

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Tramonto sul Redentore con neve.

L’eremo di San Michele e la neve

Tramonto sul Redentore. E anche… neve sul Redentore. Questo monte inconfondibile anche dalla distanza, e il cui profilo io ammiro ogni giorno da casa mia, mi ricorda un po’ il rock progressivo degli Anni Settanta: inizi ad ascoltare un pezzo… che si trasforma gradualmente, e che poi cambia all’improvviso, ti culla e ti sferza allo stesso tempo. Mutamento nei tempi, negli strumenti, nelle tonalità.

Che c’entra?, vi starete chiedendo… Beh, il Redentore in fin dei conti è sempre lo stesso; anzi, se vogliamo dirla tutta, potrebbe essere anche considerato uno dei percorsi meno insoliti e più abituali degli Aurunci. Ma è proprio qui la sua particolarità: ogni volta, identico, cambia e regala nuove emozioni, nuove sensazioni, nuovi panorami e profili.

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