
Capo Fiume è stato un gradito ritorno, nonostante il caldo torrido e la scarsità di acqua. In effetti, proprio la persistenza di temperature bollenti ha suggerito all’Associazione Atargatis di optare per un percorso in gran parte all’ombra e lungo un fresco corso d’acqua, che si sviluppa a partire dalla Valle dei Santi e che, dopo il curvone in corrispondenza del ristorante omonimo, diviene l’orrido di Capo Fiume.
Il caldo e la siccità hanno colpito anche quest’ombroso anfratto degli Ernici, rendendo grato il bosco agli escursionisti, ma anche superfluo l’utilizzo di calzature “anfibie”, dato il basso livello di acqua. Quest’ultima era anzi completamente assente a monte dell’ultima sorgente. Un’ulteriore testimonianza di un cambiamento climatico che si fa sentire anche nella vita degli escursionisti e che, in questo caso, ci ha consentito di raggiungere la parte più alta del canyon, altrimenti normalmente inaccessibile a causa del livello dell’acqua.
L’escursione è praticamente divisa in due parti: la prima parte, fino al curvone e al ristorante, è la Valle dei Santi, di cui si è già parlato su Famiglie in Gamba, percorribile senza particolari difficoltà, seppur con le dovute cautele, soprattutto in alcuni passaggi; la seconda, ossia il canyon di Capo Fiume, presenta invece difficoltà dovute al fatto che il sentiero si sviluppa parallelamente al torrente, guadandolo più volte e spesso coincidendo con esso.
Itinerario Dalla Valle dei Santi si prosegue per Capo Fiume, in corrispondenza del ristorante omonimo
Tempi Circa 6 ore a/r
Dislivello 470 m ascesa; 50 m discesa
Quote Da 490 m a 935
Note Itinerario da evitare nelle stagioni piovose e dopo il disgelo; presenti tratti in acqua (che necessitano di adeguata attrezzatura), scivolosi, dove è necessario aiutarsi con le mani
Presenza di ristori Ristorante "Capo Fiume" in corrispondenza della curva sulla strada, dove inizia il percorso omonimo vero e proprio
Come arrivare Il sentiero comincia dalla strada che porta alle Grotte di Collepardo; il tratto Capo Fiume vero e proprio dal ristorante


Ovviamente, le particolari caratteristiche del percorso di Capo Fiume consigliano innanzitutto di evitare i periodi di maggiore portata idrica; occorre fare altresì attenzione al fondo scivoloso, costituito da massi viscidi sott’acqua, ed evitare situazioni in cui è facile perdere l’equilibrio; inoltre, se il livello dell’acqua lo consente (come nel nostro caso), percorrendo la parte alta del canyon ci si imbatte in cascate mezze secche su cui è necessario arrampicarsi, sempre avendo cura di non scivolare, o infilarsi in passaggi stretti in mezzo alle rocce.
Un passaggio del genere c’è davvero, tra pozze pietrose e con poca acqua. In effetti, l’intero letto del torrente ha assunto, ai nostri occhi, una fisionomia molto strana, surreale: bianco di sassi e pietre, per centinaia e centinaia di metri senza neanche una goccia d’acqua, a tagliare una foresta bellissima. Sicuramente carico di bellezza, una bellezza drammatica, molto diversa da quella che dovrebbe custodire solitamente, con la presenza del prezioso liquido, invece ora ampiamente latitante.



Il sentiero si amplia nella sua parte finale, presentando zone d’ombra sotto le chiome di grandi faggi, dove è possibile fermarsi per rifiatare e ristorarsi.
Il ritorno avviene per lo stesso percorso.