
Inaspettato, un colpo di frusta durante la notte che precedeva il weekend, ha sconsigliato di effettuare escursioni troppo in altura; il vento era forte anche in fondovalle, e lo si vedeva mulinare chiaramente sulle vette: su Monte Amaro, su Serra delle Gravare, sul Marsicano. E lo si vedeva mulinare perché c’era qualcosa che mulinava: la neve che, sebbene non abbondante, era caduta in nottata lasciando un fresco, sottile manto oltre i 1700/1800 metri. Non era per niente detto che non ne potesse cadere altra, trasformandosi in pioggia dove eravamo noi, più in basso.
Ma noi non eravamo per niente preoccupati: una sgambata a esplorare un angolino del Parco che avevamo solo sfiorato, anni prima, e poi, un rapido rientro. Forse saremmo riusciti a evitare la pioggia; forse no. Ma non era poi così importante.
Un veloce saluto a Roberto al ristoro di Val Fondillo, e poi ci avviamo verso Valle Fredda. Si inizia dall’abituale sterrata che conduce nel cuore di Val Fondillo e verso Passo dell’Orso, il sentiero F2, per imboccare la deviazione verso destra in lieve salita, che passa davanti ad uno stazzo (i cani abbaiano e sono minacciosi, ma fortunatamente li abbiamo trovati chiusi all’interno del recinto!).
Itinerario | F2 all'inizio; F4 non appena presa la deviazione a destra |
Distanza | 3,5 km |
Dislivello | 270 m |
Tempi | Un'ora e mezza circa |
Note | Sentiero senza difficoltà particolari; dislivello concentrato nella parte iniziale dell'F4 |
Ristori | Presente il ristoro in Val Fondillo |
Come arrivare | Sulla SS 83, in territorio di Opi si accede all'area attrezzata della Val Fondillo, dove si lascia l'auto. |



Ci si trova quindi, quasi subito, sull’F4, che collega il ristoro di Val Fondillo con il rifugio di Forca d’Acero. Ma noi avremmo percorso solo un tratto di questo sentiero. Qualche maestoso esemplare di faggio ci accoglie lungo la salita che entra ed esce dalla vegetazione; le foglie iniziano a colorarsi (eravamo a inizio ottobre e alla fine di una stagione insopportabilmente calda anche quassù), e il vento continuava a sferzare intorno; il sentiero risultava abbastanza sassoso in questa fase, oltre che ampio, anche perché coincidente con il Grande Tratturo della Transumanza. Si segue il segnale che indica F4, e iniziano dolci saliscendi… ma inizia anche a piovere! Piove con il sole, una pioggerellina fresca e fine che non mette alcuna paura, e che permette di procedere senza preoccupazioni. Si continua, dentro e fuori dalla foresta, seguendo ruscelli e impluvi, finché, quasi all’improvviso, uscendo da uno di questi torrentelli secchi, ci si ritrova in un bellissima vallata: è lo Stazzo Valle Fredda!



La strada che scende da Forca d’Acero si trova proprio sopra di noi, percorsa da macchine veloci ma per noi lontanissime: Questo angolo di Parco è un piccolo paradiso all’interno di un paradiso più grande: verde prato circondato da alberi, cavalli placidamente al pascolo, vette rocciose e bellissime, in quel giorno imbiancate e turbolente. In effetti, la nostra pace era turbata da nuvolaglia minacciosa che si avvicinava sempre di più: in alto aveva ricominciato a nevicare, più giù la neve si trasformava in pioggia, e veniva verso di noi. Tranquillamente, con le gocce che cominciavano a cadere, ci riavviamo verso la Val Fondillo, un pochino come verso casa.
Anche in questo caso, la pioggia ci ha accompagnati delicatamente, senza vento, senza fretta: poi, al ristoro, la calda atmosfera di accoglienza e di amicizia ha contribuito a rendere una passeggiata in montagna qualcosa di speciale. Una fresca giornata di vento, pioggia, foglie colorate e arrosticini: l’autunno nel Parco Nazionale!