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Alla scoperta della dimora di Diana

Il “briefing” inziale di Antonio alla partenza

«Mi dispiace, per voi sarà un po’ ripetitivo, chissà quante volte ci siete andati!»

Già, siamo tornati praticamente a casa nostra. Per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta abbiamo respirato e goduto a pieni polmoni dell’aria pura che scende dai monti, si mischia al respiro delle sughere e dei lecci e si unisce al rombo del mare.

Del resto, la mia risposta a Debora era stata di per sé eloquente: «Sono sicuro che scopriremo anche stavolta tante cose nuove!»

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Monte Vomero

L’arrivo sulla cresta del Vomero

Da anni la sagoma affusolata di Monte Vomero è, insieme a quella di Monte Petrella, appollaiata alle sue spalle, la prima cosa che vedo quando apro la porta di casa: illuminata di chiarore rosato quando il sole sta per sorgere o già inondata di forte luce quando è giorno pieno, fin quando, una volta tramontato l’astro, si ha come l’impressione che il bagliore abbia origine da questa stessa sagoma, insieme a quella delle altre vette aurunche.

Fino alla primavera scorsa, questa silhouette l’avevo soltanto ammirata dal basso (oppure dall’alto, da Monte Sant’Angelo o dallo stesso Petrella), ma mai l’avevo calcata. Durante la stagione delle orchidee è invece arrivato il momento di andarci di persona.

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Tramonto sul Redentore con neve.

L’eremo di San Michele e la neve

Tramonto sul Redentore. E anche… neve sul Redentore. Questo monte inconfondibile anche dalla distanza, e il cui profilo io ammiro ogni giorno da casa mia, mi ricorda un po’ il rock progressivo degli Anni Settanta: inizi ad ascoltare un pezzo… che si trasforma gradualmente, e che poi cambia all’improvviso, ti culla e ti sferza allo stesso tempo. Mutamento nei tempi, negli strumenti, nelle tonalità.

Che c’entra?, vi starete chiedendo… Beh, il Redentore in fin dei conti è sempre lo stesso; anzi, se vogliamo dirla tutta, potrebbe essere anche considerato uno dei percorsi meno insoliti e più abituali degli Aurunci. Ma è proprio qui la sua particolarità: ogni volta, identico, cambia e regala nuove emozioni, nuove sensazioni, nuovi panorami e profili.

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Monte Sant’Angelo

Monte Sant’Angelo: stupendo balcone sul Golfo

La vetta di Monte Sant’Angelo è generalmente un punto di passaggio verso il Petrella, raramente punto di arrivo di un’escursione. Stavolta, invece, per noi lo è stato, per un’escursione che sapeva di allegra sgambata, di contatto con l’aria fresca di montagna (in effetti, ci siamo imbattuti nell’unico week-end fresco degli ultimi tre mesi, con la conseguenza che eravamo anche un po’ “leggerini”!), di tranquilla passeggiata nel bosco fino al belvedere sul Golfo che è la vetta del Sant’Angelo.

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