
Santa Maria Romana è un altro di quei luoghi ai quali ogni tanto devi tornare, soprattutto se un virus sconosciuto ti ha costretto per alcuni mesi chiuso in casa a dare il tuo piccolo contributo per bloccare il contagio.
Finalmente siamo riusciti a partecipare all’annuale appuntamento della Giornata del Camminare: quale scenario migliore dell’Appia Antica? Evento abituale promosso da FederTrek ogni autunno, è stato proposto da Fare Verde di Fondi e di Monte San Biagio nel contesto unico e irripetibile dell’Appia Antica, al confine tra i comuni di Fondi e Itri, all’interno del territorio del Parco dei Monti Aurunci.
Questo tratto di Regina Viarum è un vero e proprio gioiello, che rende gli Aurunci e il Parco qualcosa di assolutamente eccezionale. Ogni volta che si visita questo mitico basolato con tutti i resti architettonici che gli fanno da contorno, ci si può rendere conto di come non si sia in presenza semplicemente della più importante via di comunicazione dell’Antica Roma: siamo in presenza di un vero e proprio stargate, capace di regalare infinite sensazioni attraverso i duemila anni che lo hanno creato, calcato, modellato.
Quando si parla di Appia Antica, il pensiero va immediatamente (e anche giustamente) allo stupendo, omonimo parco che si estende nel cuore di Roma, un unicum mondiale. Qualcosa di unico è comunque rappresentato dalla Regina Viarum nel suo insieme, che conserva ancora porzioni in stato di conservazione eccellente lungo l’originario percorso. Uno di questi si trova nel Parco dei Monti Aurunci, tra Fondi e Itri: e anche questo è qualcosa di eccezionale, un vero e proprio viaggio nella storia.
Un viaggio chiamato Appia: una rivisitazione, aperta a tutti, dell’antico percorso della vecchia via consolare tra Fondi e Itri, ancora ottimamente conservato, nella gola di Sant’Andrea. Questo, e molto più di questo, è stata la Prima Giornata Nazionale della Guida AIGAE, domenica 5 giugno: con il coordinamento del Comitato Via Francigena del Sud, lungo l’antichissimo basolato romano-medievale-borbonico, in compagnia di Valeria De Meo, Chiara Lemma e Daniele Ruggeri, Guide Ambientali ed Escursionistiche, e dell’archeologo Alessandro De Bonis, è stato ripercorso questo tratto della Regina Viarum, reinterpretandolo dal punto di vista storico e naturalistico.
I ruderi di San Vennitto sono situati nell’area in cui i Monti Aurunci sfumano nei Monti Ausoni, all’estremità occidentale del Parco Regionale. Probabilmente al centro di un insediamento di origini medievali, l’antica chiesa era dedicata a San Benedetto, da cui l’alterazione della denominazione in San Vennitto.
La giornata era iniziata con un tentativo su Monte Appiolo, salvo poi rientrare a causa di una chiusura per lavori della sterrata che porta all’omonimo rifugio, che ci ha impedito di raggiungere quest’ultimo in auto, come avevamo intenzione di fare per evitare un tratto eccessivamente lungo proprio su sterrata ai bambini.