La Solfatara

IMG_8050Nessuno direbbe che si tratti di un vulcano né, tanto meno, che possa essere un vulcano attivo! La Solfatara se ne sta nascosta tra le case e le strade, appollaiata su una bellissima terrazza affacciata sul Golfo di Pozzuoli e sulle tormentate insenature che lo compongono, e non si indovinerebbe mai che custodisca al suo interno un vero e proprio scenario dantesco!

Cratere facente parte del complesso vulcanico dei Campi Flegrei, è responsabile del caratteristico odore di zolfo che spesso si sente in zona (e che non di rado si spinge fino al centro di Napoli), a testimonianza della sua “vitalità”, rappresentata principalmente dalle numerose fumarole. Nonostante questo, è possibile camminare tranquillamente sul suo fondale e ammirare tutte le sue meraviglie. La passeggiata è adatta a tutti, non vi sono difficoltà particolari; l’unico accorgimento è quello di usare un pizzico di attenzione nelle vicinanze delle fumarole, dato che… scottano!!!

ItinerarioSentiero del "cratere", indicato da varie segnalazioni, ad anello
Lunghezza1,9 km
TempiUn'ora circa
DislivelloTrascurabile; circa 30 m per il belvedere
Elementi di interesseTutto il sentiero si trova nel cratere di un vulcano attivo!
Punti di ristoroPresenti nell'area pic-nic e immediatamente all'esterno della Solfatara
Possibilità di uso passeggino

Le fumarole
Le fumarole

L’ingresso avviene attraverso un’antica costruzione ad arco, che custodisce anche la biglietteria (cfr. sito ufficiale). Il piccolo ma turbolento vulcano non si rivela subito: una volta entrati, si cammina per un viale verdeggiante e, anche quando si devia verso la caldera seguendo i segnali, si prosegue in ameno ambiente ricco di vegetazione su stradina bianca. Attraverso i rami di alberi e arbusti si intravede il bianco del fondale; prima di giungervi, si può deviare per il belvedere, salendo leggermente di livello. Si giunge ad una piccola area di sosta con panchina, da cui si può ammirare dall’alto l’enorme “padella” bianca che corrisponde al fondale del singolare vulcano. Si inizia ad entrare in contatto con i fenomeni delle fumarole, dato che anche qui ne sono presenti alcune. La parete scoscesa di questa porzione di cratere fuma infatti in più punti, producendo una roccia porosa e biancastra, venata da coloriture giallognole o verdastre, prodotte dallo zolfo e dagli altri minerali presenti nel ventre della caldera.

Le donne passeggiano nella caldera
Le donne passeggiano nella caldera

Scendendo, ci si trova in breve presso il pozzo e la fangaia. Lo scenario, rispetto all’inizio del sentiero, muta radicalmente: tutto e bianco e fumante, con odore penetrante ma mai sgradevole. Tra l’altro, respirare per un po’ questi vapori fa sicuramente bene a chi soffre di mal di testa o di raffreddore!

Che paura! La Grande Bocca!
Che paura! La Grande Bocca!

La fangaia è situata esattamente nel punto più basso del cratere: acqua fangosa e fumante che produce bolle caratteristiche e che sicuramente stimola ed entusiasma la fantasia dei bambini!

La Grande Bocca
La Grande Bocca

Mai però come la Bocca Grande, dove il vapore caldo avvolge tutto, unendosi al fumo proveniente dalle fumarole del fianco del cratere. Le rocce sono coloratissime in corrispondenza degli “sbuffi” caldi di vapore: qui si può davvero giocare a nascondersi nella “nebbia infernale” come farebbe un piccolo diavolo, aiutati anche dal rombo che proviene dal sottosuolo! Più avanti vi sono le stufe: insieme al pozzo sono un ricordo del periodo in cui la Solfatara era utilizzata per scopi termali e terapeutici. Le stufe, piccole grotte rivestite di piccole costruzioni in muratura, venivano infatti utilizzate come piccole saune.

Dal fondo del cratere
Dal fondo del cratere

Da qui, rientrando verso il centro della caldera, si riprende il sentiero che porta all’uscita, immergendosi nuovamente nella ricca vegetazione che ci aveva accolti in precedenza. In questa porzione della Solfatara sono presenti anche un bar e un camping

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