Il Sentiero della Statua: il Redentore da Pornito

Caratteristiche: Il sentiero che dal rifugio di Pornito raggiunge la statua del Redentore è il sentiero per antonomasia dei monti Aurunci: molto frequentato e conosciuto, il percorso riserva delle vedute mozzafiato sul golfo di Gaeta e sui contrafforti sottostanti la cima di monte Altino, dove i motivi di tipo naturalistico si intrecciano con quelli di carattere culturale e devozionale.

Il dislivello è di circa 450 m: non adatto per bambini molto piccoli, occorre comunque essere ben allenati per percorrerlo con uno zaino baby-carrier. La completa esposizione al sole sconsiglia inoltre l’effettuazione dell’escursione nelle ore più calde dell’estate.

La statua del Redentore nella neve
La spettacolarità del sentiero, unito al fatto che lo stesso è molto ben tenuto e non presenta difficoltà particolari, lo rendono comunque adatto a famiglie con ragazzi, che saranno affascinati dalle vedute e dagli scenari che si apriranno ad ogni passo. Il cammino è lungo circa 3,7 km; sono necessarie, tra andata e ritorno, tra le 2 ore e mezza e le 3 ore.
 
 
Come arrivare: L’inizio del percorso si trova presso il rifugio di Pornito, a quota 810, cui si giunge dalla carrabile che parte da Maranola. Tra l’altro, la strada è in condizioni accettabili proprio fino al rifugio, che risulta quindi raggiungibile in condizioni relativamente agevoli.
 
 

L’escursione – Il sentiero si inoltra da subito in un ambiente brullo, ma non per questo meno suggestivo od interessante; al contrario, man mano che si procede la veduta si apre con degli scenari impressionanti. Immediatamente al cospetto dell’imponente falesia della Laolatra, nei cui anfratti nidifica il falco pellegrino, l’itinerario si inerpica con comodi tornanti man mano che la pendenza aumenta, aprendosi su gole e canaloni ripidissimi, e passando attraverso formazioni carsiche notevoli (come la “Roccia Spaccata”, poco dopo la partenza da Pornito).

ItinerarioSentiero 960 da Pornito alla chiesa di S. Michele al Redentore
Lunghezza3,8 km circa
Dislivello 440 m circa; da Pornito (815 m) al Redentore (1252 m)
Tempi 3 ore A/R
Ristoro Presente ad inizio sentiero al Rifugio Pornito
Motivi di interesse per bambiniLe rocce; lo scenario; gli animali
Possibilità uso passegginoNo

L’eremo di San Michele in inverno
Salendo con altri tornanti per il tratto forse più ripido, il sentiero si congiunge con quello proveniente da Valliera. In uno scenario lunare, dove il carsismo ha modellato ogni singola pietra, si prosegue verso destra, con il Redentore ormai a portata di mano sulla sommità di uno sperone. Si possono osservare, durante il tratto finale della salita, alcune formazioni carsiche, denominate in gergo “hum”, e consistenti in monoliti bianco-grigiastri che l’erosione ha modellato talvolta secondo le forme più strane: ve ne è uno che si affaccia su Gaeta, sulla destra della salita.L’avvicinamento alla Statua è inframmezzato da un’altra meraviglia: la chiesa rupestre di San Michele. Il santuario, incastonato nella roccia a 1158 m slm, è stato ricostruito in stile neo-gotico alla fine del XIX secolo, ma l’eremo fu in realtà fondato nel sito nel IX secolo. Lo scenario lascia senza parole: la chiesa, ricavata all’interno di una grotta ricca di sorgive, si trova su un costone a strapiombo.
La vetta del Redentore alla luce del mattino

Il Redentore è una statua di ghisa dell’altezza di circa 3 metri e mezzo, collocata su un piedistallo (che funge anche da cappella) all’incirca della medesima altezza. Essa fu eretta all’inizio del XIX secolo in occasione del giubileo del 1900, salvo poi essere seriamente danneggiata da un fulmine. Venne eretta nuovamente, così come la vediamo oggi, nel 1907. La quiete della cima è resa ancor più surreale dal paesaggio che si osserva alle spalle della statua del Cristo, verso monte Altino e monte Sant’Angelo, mentre un canalone profondissimo si apre sul fianco orientale della vetta.In breve, con altri rapidi tornantini, si giunge alla Statua, quota 1252: nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino ai Campi Flegrei, il Vesuvio, il Monte Faito e la penisola sorrentina da un lato; fino a Ponza e Palmarola dall’altro. Gaeta, Formia, Scauri e Minturno sembrano a portata di mano, ed il frenetico movimento delle automobili fa da contrasto al lento procedere delle navi da e per i porti di Gaeta e Formia; ma, soprattutto, fa da contraltare alla pace che regna sovrana all’ombra del Redentore.

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