
I ruderi di San Vennitto sono situati nell’area in cui i Monti Aurunci sfumano nei Monti Ausoni, all’estremità occidentale del Parco Regionale. Probabilmente al centro di un insediamento di origini medievali, l’antica chiesa era dedicata a San Benedetto, da cui l’alterazione della denominazione in San Vennitto.
La giornata era iniziata con un tentativo su Monte Appiolo, salvo poi rientrare a causa di una chiusura per lavori della sterrata che porta all’omonimo rifugio, che ci ha impedito di raggiungere quest’ultimo in auto, come avevamo intenzione di fare per evitare un tratto eccessivamente lungo proprio su sterrata ai bambini.
San Vennitto era comunque contemplato tra le possibili mete. L’escursione presenta la prima parte in comune con il sentiero che raggiunge, attraverso la Foresta Demaniale di Sant’Arcangelo, la graziosa chiesa rupestre di Santa Maria Romana, che già conoscevamo.

Si imbocca il Sentiero n. 919 per la Foresta di Sant’Arcangelo; la monotonia della sterrata è in questo caso mitigata e resa gradevole dal fatto che quasi subito si tuffa nel bosco: dapprima un bosco misto prevalentemente di lecci e roverelle; successivamente iniziano le conifere, che da sparute divengono man mano dominanti se non quasi esclusive a ridosso dell’Orto Botanico. Alla maggioranza di pini si aggiunge anche qualche abete, rendendo il tutto ancora più suggestivo.
Itinerario | Sentiero n. 919 dalla sbarra fino all'orto botanico; successivamente 919-924 |
Lunghezza | 3,1 km |
Tempi | 3 ore A/R |
Dislivello | 140 m circa |
Elementi di interesse | Il bosco; le rocce erose dal carsismo |
Punti di ristoro | Assenti |
Possibilità uso passeggino | No |
Prendendo il 919-924, svoltando a sinistra in corrispondenza dell’Orto Botanico e dell’area pic-nic, il sentiero sale leggermente di quota, alternando tratti boscosi a piccole radure contrassegnate dal carsismo, con pietre dalle forme martoriate, che molto incuriosiranno i piccoli escursionisti. L’inverno balordo di quest’anno ci regala con un mesetto di anticipo la fioritura di tanti coloratissimi crochi, mentre il sentiero è dissodato in alcuni punti, presumibilmente dall’attività dei cinghiali in cerca di cibo.

Si prosegue, sempre salendo dolcemente di quota e sempre su sentiero molto ben tenuto ed evidente (contrassegnato anche dai tradizionali segnavia CAI). In corrispondenza di una svolta verso sinistra, per dove prosegue il sentiero, diretto alla vetta di Monte Vele, al fine di raggiungere i ruderi della chiesetta occorre effettuare una deviazione fuori sentiero. Su fondo sassoso, si segue per circa 150 metri una traccia verso destra (che si unisce subito dopo per un tratto brevissimo ad un’altra sterrata), e si giunge in pochissimi minuti ai ruderi dell’antichissima chiesa.

E’ presente la struttura che si presume dovrà ospitare un pannello esplicativo; la chiesa necessita di interventi di recupero, ma si intravede chiaramente il manufatto, di cui è facilmente riconoscibile la struttura absidale. Inoltre, è situata in corrispondenza di una piccola balconata che dà sulla Piana di Fondi da un lato e sulla valle interna di San Vennitto dall’altro. Si rientra per lo stesso percorso.
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