Monte Cerreto

Il mare fa capolino dalla Vena Scalandrone

La Costiera Amalfitana è un continuo rincorrersi di mare e montagne, un continuo rincorrersi tra gli elementi. Tra questi scogli immensi, che svettano dalle profondità tirreniche fino agli oltre 1400 metri del Sant’Angelo ai Tre Pizzi, vi è Monte Cerreto: stupenda balconata affacciata su una stupenda terrazza, regala infatti una vista invidiabile di Ravello, una delle perle della Costiera. Dall’altro lato sono sempre presenti il Vesuvio e la parte sud del Golfo di Napoli fino al porto di Castellammare, talvolta nascosti dalla vegetazione o dall’andamento del sentiero.

Potrei dire che l’escursione, svolta il 14 maggio scorso con l’Associazione Atargatis, mi ha regalato un punto di vista totalmente nuovo su quel luogo che è la dimostrazione dell’oggettività del bello: la Costiera Amalfitana.

L’escursione è stata una traversata abbastanza impegnativa, sia per dislivello (oltre 800 metri di ascesa totale e 1060 di discesa totale), sia per la pendenza in alcuni tratti.

ItinerarioDal Valico di Chiunzi alla vetta del Cerreto e poi discesa a Ravello: sentieri n. 300 e 315
Distanza 12,9 km
Tempi7 ore (tempi variabili a seconda delle pause e dell'allenamento)
Dislivello800 m in ascesa; 1060 in discesa
Quote640 m il Valico di Chiunzi (partenza); 1313 la vetta; 370 m piazza del Duomo a Ravello
NotePercorso impegnativo per dislivello e tratti in pendenza
RistoriPresenti alla partenza (al Valico di Chiunzi) e in arrivo a Ravello
Come arrivareIl Valico è situato all'incrocio tra la SP1, la 2b e la 2a.

Siamo partiti da Valico di Chiunzi, iniziando dalla strada che conduce al ristorante-hotel Torre Orsini: da là il sentiero (il numero 300) sale con gradevole inclinazione attraverso vegetazione varia: da mediterranea diviene poi boscaglia. Questa parte di escursione è alquanto esposta al sole. La veduta si apre un po’ sul Vesuvio e, dall’altro lato, sull’entroterra di Tramonti: il mare di Ravello lo vedremo in seguito. All’incrocio tra vari sentieri si prende a sinistra e si entra nel bosco; con vari saliscendi ed entra-ed-esci dal bosco, lo sguardo si posa su varie fioriture, tra cui non poche orchidee. Non passa molto, e la mole imperiosa di una rupe si staglia su di noi: si tratta della “Vena San Marco”, di 972 m, che aggireremo per prendere il punto più erto dell’escursione (la Vena Scalandrone), dove sarà necessario usare anche le mani al fine di superare delle roccette, così da superare una considerevole pendenza in poca distanza.

Il dislivello ridiventa pronunciato, e si guadagna in breve la vetta del Cerreto, proseguendo dritti all’incrocio e sempre lungo il sentiero n. 300. La vetta ha la conformazione di un’ampia cresta da cui lo sguardo si apre finalmente su Ravello e il mare sottostante: una terrazza su una terrazza!

La veduta verso l’interno
Il Vesuvio e il Golfo di Napoli

Dalla vetta si scende, lungo sentiero polveroso di detriti vulcanici. La vegetazione è mista, ma col passare delle isoipse i faggi e gli aceri lasciano via via il posto ai castagni, che godono della fertilità del terreno. Non è consigliabile prendere la direttissima per Ravello, ma proseguire lungo il sentiero n. 315, che con ampi gradoni (che divengono in muratura nella parte bassa del percorso) rendono la discesa più dolce.

In vetta al Cerreto
L’arrivo a Ravello

Il sentiero termina tra le stradine e le scalinate della parte alta di Ravello, il rione San Martino. Dopo esserci rifocillati alla fontanella che si incontra in un vicolo, si guadagna in breve la piazza del Duomo, dove la bellezza del paese pare concentrarsi in un’armonia unica. Si passa in brevissimo tempo dalla montagna selvaggia che sovrasta il centro ad un ambiente mondano e comunque bellissimo. Si può decidere di continuare la visita alle ville del paese o, semplicemente, gustarsi un gelato nella piazza centrale: dopo l’escursione Ravello sa offrire momenti e angoli di puro relax.