
La salita a Monte Cacume inizia dal grazioso centro di Patrica, una balconata racchiusa tra i Monti Lepini e la Ciociaria, tra i cui vicoli è un vero piacere passeggiare e attardarsi. Per cui, l’escursione inizia direttamente dall’acciottolato del paese, con un dislivello subito deciso. Del resto, Dante stesso sostenne che conveniva “ch’om voli” per salire fino in vetta.
In realtà, la pendenza è sempre costante e garantisce un certo “ritmo” nell’ascesa; inoltre, il cammino alterna tratti esposti e affacciati sulla piana del Sacco, sulla Ciociaria e sull’Appennino, con altri invece più ombrosi all’interno del bosco misto, che poi talvolta si aprono su radure illuminate da un tiepido sole. Il sentiero serpeggia, si aggroviglia e poi si ridistende, passando al lato di sorgenti fresche, di cisterne e di pagliari ricostruiti.
La visuale si allarga su Monte Gemma, il dirimpettaio dei Lepini e, svoltando attraverso la macchia boscosa verso sinistra, si riallarga dall’altro lato, nuovamente sul versante ciociaro.




Itinerario | Da Patrica alla vetta del Cacume |
Distanza | Circa 7 km |
Dislivello | 700 m (da 445 m a 1100 m) |
Tempi | Circa 3 ore |
Ristori | Presenti in paese |
Note | Itinerario con dislivello costante; per ragazzi allenati |
Da qui, probabilmente, il sentiero diviene più pendente, salendo per il pendio con l’ausilio di continui tornanti che conducono al cospetto della chiesa che si trova sull’ampia vetta del Cacume, quasi a quota 1100, con la grande croce di metallo di fronte.
E’ una vetta dall’altezza modesta, ma che sviluppa un dislivello apprezzabile durante l’escursione; inoltre, tutta l’escursione è davvero varia e suggestiva, così come spettacolare è la veduta a 360° dalla cima.
E’ controverso se Dante si riferisse davvero a questa cima quando ha nominato il “Cacume” nel Purgatorio della Divina Commedia; ciò che a noi importa ricordare è la soddisfazione che regala l’escursione durante tutto il suo sviluppo fino al raggiungimento della vetta.