
Non so quanti altri “Tre Confini” vi siano in Italia, tanto è comune questo toponimo nel nostro Paese; quello che so è che qui si torna sul versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, in uno scenario bellissimo, per una comoda escursione che inizia dalla Valle di Canneto e che raggiunge, attraverso il sentiero F2 del Parco, proprio la Valle dei Tre Confini lungo il confine tra Lazio e Abruzzo. Il percorso origina o dall’inizio della sterrata che si imbocca di fronte al santuario della Madonna di Canneto, oppure dal sentiero che si trova in fondo al parcheggio e che, comunque, converge sulla stessa sterrata. Non vi sono difficoltà particolari, sebbene si tratti di un cammino di circa 7,5 km solo andata, per percorrere i quali sono necessarie circa 3 ore, 3 ore e mezza, a seconda del proprio passo. Il dislivello è di quasi 500 metri, sempre ben distribuito lungo il percorso.
L’escursione è molto godibile, e si svolge quasi interamente nella foresta di Canneto, parallelamente al ruscello che altro non è che il primo corso del fiume Melfa, che ha le sue sorgenti ai Tre Confini.

Si supera la Casa dei Salesiani e si inizia la salita. Dalla sterrata si sente distinto il gorgogliare del torrente: a tratti questo corre in profondità rispetto al livello della strada, per poi tornare alla sua stessa altezza dopo alcuni ampi tornanti, che permettono di salire di quota senza strattoni: in corrispondenza di uno di questi tornanti ci si trovano davanti pozze e cascatelle di acqua cristallina. Si prosegue nella salita, superando una sbarra e continuando a camminare attraverso la stupenda faggeta. Si giunge al Rifugio Acquanera, seminascosto nel bosco sul limitare di uno spiazzo erboso sulla sinistra; a questo punto non si è lontani dal Casone Bartolomucci, resti di un vecchio stazzo nuovamente sul bordo del ruscello. L’antica costruzione si trova ai margini del sentiero, che prosegue ora perdendo la fisionomia della sterrata, per trasformarsi in un vero e proprio cammino di montagna: siamo ormai nella Valle dei Tre Confini e la foresta circonda lo spiazzo coperto dal prato e dai fiori, mentre intorno monti alti più di 2000 metri cingono la piccola vallata. Il sentiero continua, rituffandosi nel silenzio della foresta e solcandola con altri tornanti pietrosi (in corrispondenza di uno dei quali si trova l’attacco del sentiero O3) per poi nuovamente riaprirsi lungo il torrente e le sue numerose polle.
Itinerario | Sentiero F2 da Canneto |
Lunghezza | 7,4 km |
Tempi | 3 h 45 min A/R |
Dislivello | 475 metri |
Punti di ristoro | Presenti a Canneto |
Elementi di interesse per bambini | La foresta; il ruscello |
Possibilità uso passeggino | No |
E’ facile trovarsi faccia a faccia con placide mucche che brucano e che si abbeverano nelle pozze create dal torrente: quando si arriva al paletto con il segnale che indica la via da un lato per Forca Resuni (sentiero O5, a destra) e dall’altro per Passo dell’Orso (a sinistra, continuando per l’F2), si è giunti a “destinazione”, con la possibilità, ovviamente, di continuare il proprio cammino.

L’escursione è adatta a ragazzi già abituati al cammino, più che altro per la sua relativa lunghezza, o può essere percorso utilizzando lo zaino porta-bimbo: abbastanza vario, sebbene si svolga prevalentemente nel bosco, il sentiero F2 continua proprio verso Passo dell’Orso, Grotta delle Fate e Val Fondillo, e permette al contempo un’agevole passeggiata per chi voglia allenarsi o semplicemente camminare all’ombra della foresta. Insomma, un’altra bellissima opportunità che viene regalata da questo angolo di Appennino: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
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Perchè si Chiama Tre Confini?
Non saprei. Ho pensato al confine tra tre comuni, ma chi lo sa?
Si chiama così per via dei tre confini Lazio, Abruzzo e Molise che si incontrano!
In realtà l’incontro tra le tre regioni non si trova là, ma a Passo dei Monaci, ossia alla fine del vallone della Meta, ai piedi della vetta di quest’ultima. C’è un grande masso in corrispondenza dell’incontro di Lazzio, Abruzzo e Molise.